* "ENIGMA" - LA STRADA (1946) *
Ennesimo esempio di collana di brevissima durata, cosa usuale nel secondo dopoguerra, basata sulle avventure di un personaggio seriale: Rudolph Mooney.
L’autore è Carlo Martinelli (1918-1969), celato sotto lo pseudonimo americanizzato di William Kent.
Il programma prevedeva dieci titoli, peraltro già indicati sul primo numero, però ne vennero pubblicati solo due.
Va segnalato che trattasi di due riedizioni, infatti il primo romanzo era già stato presentato nella collana "Due Romanzi Otto Lire" di Nerbini, con il titolo di "L'enigma di una notte" (1942), mentre il secondo era uscito nel "Disco Giallo, II° Serie" (1943) sempre di Nerbini con il titolo "L’impossibile verità".
Nell’edizione originale però l’investigatore porta il nome di De Galmain.

Copertina con campo nero/verde scuro, filettato di bianco, con scritte in arancione e bianco; fascia staccabile con illustrazione a collori e bando di concorso.

Formato 17,4 x 12,2 cm.

Rudolph Mooney, nella presentazione dell’opera contenuta nel primo romanzo, viene descritto come: "Investigatore tranquillo, sicuro di sè, ma sempre pronto a riconoscere che, sì, è vero, nella vita tutti si può sbagliare. Non ha atteggiamenti da padreterno, ma è un uomo. L’umanità mai si allontana da lui: è aderentissima al suo vestito dimesso e alla sua barba di tre giorni. Il suo modo di parlare è semplice, tutt’altro che studiato, niente affatto ambiguo. Dice sempre quello che pensa, e le sue frasi son formate da parole più che modeste. Pane al pane, vino al vino. I problemi che affronta e risolve non obbediscono alle solite leggi che regolano (fino ad oggi) le storie di sangue e delitti. Segno che anche l’autore, si stacca nettamente, come il suo personaggio, dalla mentalità di Agatha Christie e di Van Dine".
Con simili premesse, è un vero peccato che la serie abbia avuto una così effimera durata.

Ricordiamo che l’autore, figlio del noto Renzo Martinelli (1888-1964), è stato giornalista e scrittore nonchè direttore, per un certo periodo, oltre che di questa collana, anche del giornale umoristico e satirico di Nerbini il "420".
Nel dopoguerra si dedicò al cinema prima come attore (pseud. Mark Tynnell), poi come soggettista e regista: "Il Professor Matusa e i suoi hippies" (1968) e "Quell’amore particolare" (1970).
Carlo Martinelli ci ha prematuramente lasciato nel 1969, causa un infarto che lo colse sul set, mentre si ultimavano le riprese del suo ultimo film, che venne completato dall’attore Enrico Maria Salerno.

Ringraziamo il Prof. Roberto Pirani per averci permesso di utilizzare il testo contenuto nel suo "Dizionario del Giallo" riguardante la carriera di Martinelli.



William Kent, La morte chiama dal buio (1946)



Copia provvista della rara fascetta proveniente dalla collezione privata
del Sig. Tiziano Agnelli, si noti il fatto che la copertina e la quarta di copertina
sono identici, uguaglianza che si ripete anche nell'altro titolo.




William Kent, ...E il giorno nuovo spuntò (1946)